ore 1,40…
ore 1,40 notte di nebbia biancolatte e nero cosmo fusi in disperata mistura
pioggia nelle ossa sedimenti di angoscia
mi ero addormentato vestito mi sono svegliato nudo
mi alzo nel coma del tempo sospeso non preparo neppure il caffè
esco
nella piazzola sottostante macchine congelate e murales osceni
salgo nell’autovettura anche se a me pare discesa a inferi di stoffa e polvere
accendo motore autoradio allaccio cintura di sicurezza innesto marcia vado
vado nella nebbia biancolatte e nel nero cosmo fusi in disperata mistura
ombre d’alberi m’accarezzano il cuore il cuore mi fa male come un ricordo scomodo che vorrei ricacciare nell’oblio ma non ci riesco aleggia misterioso e silenzioso incombe come un antico avvoltoio su insepolte carcasse
una prima rotonda una seconda rotonda svolta a sinistra serie di dossi in fondo a destra sempre diritto ancora dossi luci smorte tristi nessuno nessuno nessuno per le strade
sto correndo ma piano sto correndo ma piano verso la meta dell’appuntamento che ha lanciato il suo allarme nel ventre del buio
procedo avanti e indietro fra i muti semafori in cerca di presenze
finalmente li vedo il ragazzo e la ragazza la brace della sigaretta che arde quasi un urlo nella nebbia biancolatte e il nero cosmo fusi in disperata mistura
uno strano scintillio dalle rotaie del tram una peripatetica poco oltre sorride al vuoto mentre si rifà il trucco
il ragazzo e la ragazza salgono a bordo
compio il viaggio a ritroso
pioggia nelle ossa sedimenti di angoscia e mi annienta la ripetizione del gesto mi annienta la ripetizione del gesto non trovo parole e
vado nella nebbia biancolatte e nel nero cosmo fusi in disperata mistura
ombre d’alberi tornano a sfiorarmi il cuore e il cuore il cuore mi fa male come un ricordo scomodo che vorrei ricacciare nell’oblio ma non ci riesco aleggia misterioso e silenzioso incombe come un antico avvoltoio su insepolte carcasse
mi ero addormentato vestito mi sono svegliato nudo
mi alzo nel coma del tempo sospeso non preparo neppure il caffè
esco
Alberto Figliolia (da Visioni o dell’anarchico girovagare, Rayuela Edizioni)