Archivi del mese: giugno 2020

Quando sento una canzone

Quando sento una canzone Quando sento una canzone della mia giovinezza vorrei piangere; vorrei piangere, ma non sgorga lacrima dall’occhio disseccato poiché occhio e cuore sono congiunti da un invisibile filo. Quando penso ai giorni di rara spensieratezza della mia … Continua a leggere

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Al mio geranio

Al mio geranio 1,39 euro, tanto mi sei costato in un piccolo supermercato ai margini della metropoli per donarmi la gioia ogni giorno di contemplare i grappoli dei tuoi fiori rosa, come il tenero incarnato di un amore giovane. E … Continua a leggere

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L’odore del sambuco

L’odore del sambuco Che cifra della vita siano i sensi di colpa? Il non sapere calcolare le distanze dal bambino all’adulto? Il non conoscere la differenza fra limiti ed orizzonti? E il notturno disturbante del sogno che prigione disegna ancora … Continua a leggere

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Ho seminato l’anno addietro

Ho seminato l’anno addietro in un vaso nero insalata riccia, che mai ho raccolto. Un anno è trascorso, con la corona del crudo inverno della pandemia e della distanza fra gli uomini. Nel frattempo alcuni semi, ignari di bollettini e … Continua a leggere

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Le parole con le ali

Le parole con le ali sconfitte nelle auree capsule (o in sudari imbozzolati?); giacciono; bossoli nel fango scricchiolano a tracce mutanti. Alberto Figliolia

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Splenetica griglia…

Splenetica griglia controlla le ore mentre veli di nubi si sfilacciano e gurgiti di vento s’aggrovigliano in pensieri ritorti: l’acre camera coi suoi odori sonnambuli, oziosi, e l’uomo che passeggia all’alba madida, guardiano di colpe, cifra d’oblio… Perché il cielo … Continua a leggere

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Imbelli armate di vapore grigio nero

Imbelli armate di vapote grigionero Imbelli armate di vapore grigio-nero si muovono verso ovest: lente; lente di un’implacabile nostalgia. Un cinguettio ripetuto e solitario rimbomba nella mente accendendo ricordi, sollevando domande, irrisolti perché. La mia identità è come la pioggerella … Continua a leggere

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Perso (Al mio amico Andrea)

Perso (Al mio amico Andrea) Perso. Sono perso nei miei abissi di solitudine, di angoscia e di ignoranza. “So di non sapere”, fu detto, amico mio: io, tu, tutti… persi, come isole, nell’oceano della solitudine, dell’angoscia e dell’ignoranza. Ogni giorno … Continua a leggere

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La mia stanchezza…

La mia stanchezza… La mia stanchezza è un rumore di carta vetrata oltre la soglia: chi produce questo stridio, chi strofina, abita l’impero dell’invisibile per venire inaspettato a trovarmi quando sono più indifeso. Così giaccio, nell’urlo strozzato dell’anima che muta … Continua a leggere

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