Basculo
fra noia e dolore,
m’ingolfo
nella frustrazione
di ogni primo risveglio;
che non sono felice:
facce torte e feroci
mi scrutano,
mani mi artigliano,
mi strattonano
da scheletri informi, insonni
(coloro che amo?)
Sorrisi primitivi, ameboidi.
Cammino nella notte
fra maschere affisse
ai grandi magazzini,
la cacofonia m’invade le vene
e il mondo si sbriciola
in accecante pulviscolo.
Solo, remoto, un tintinnio:
lieve, incomprensibile.
Alberto Figliolia