“All’orizzonte, i fari” di Anna Maria Di Brina

Uno sguardo dentro. Dentro le cose segrete del mondo: alla sua complessità, nel suo cuore dolente e gioioso, fra nostalgia e speranza. Attraverso una forma scintillante di cui indovini l’inesausto lavorio – che si tratti di endecasillabi (e settenari e novenari) o versi liberi – e uno stile raffinato (rime al mezzo, consonanze e assonanze), ciò che tuttavia non impedisce a quei versi di entrare con forza nello spirito di chi legge e attraverso la sollecitazione dei sensi nella mente.

Anna Maria Di Brina, romana dall’anima cosmopolita, è una poetessa sorprendente per gli esiti che sa raggiungere: sapienza compositiva; immersione (rielaborativa) negli elementi naturali per un simbolismo realistico di rara forza e suggestione; proposta filosofica e immaginativa. Insieme, come detto, con l’incessante ricerca formale – dalla introduzione: “… chi legge questo libro […] sente attraversare la propria memoria acustica da un flusso musicale di straordinaria intensità ed efficacia” – mai dimentica delle domande eterne che l’artista (si) pone nell’itinerario dei giorni.

Non è casuale un titolo come All’orizzonte, i fari per la sua raccolta poetica edita da La Vita Felice (pp. 120, euro 13; prefazione di Michele Tortorici, illustrazioni di Paolo Di Brina). Dimensioni remote; incertezza del limite, dei confini; il desiderio di un porto cui approdare dopo disperse rotte e perigliosi viaggi. Un po’ quel che la vita è: fra tempesta e bonaccia (altrettanto temibile, come linea d’ombra, quanto le ondose mura della tempesta), fra voli e cadute, aspirazioni e disagio, ispirazioni e obnubilamenti e memoria, paura e coraggio e aneliti. Un tratteggio, assolutamente imprevedibile, a congiungere storie e destini.

Lente e ignare s’allungano le ombre/ sull’immobile festa delle foglie/ mentre i rami mutano arabeschi/messaggi misteriosi sulla sera.

E il tempo, il tempo, questa variabile indecifrabile, talora impazzita, spesso spietata… Il tempo è ombra di farfalla./ Ombre indovino sul lungolago/ quando con ali trepide aspettavo/ la tua venuta./ Non ebbi allora quel che non posseggo/ e ancora sono ciò che non mi desti.// Eppure la breccia assolata/ in cui cammino/ scalda il viso e sento/ distanti cadere scaglie morte.// Libero fantasmi di farfalle/ e con occhio indago l’orizzonte.
Son versi volutamente asimmetrici che suggeriscono con dolcezza: anche la “discrasia” dell’amore, il cui tempo ha un battito d’ala diverso: il velluto di un volo di farfalla, silente e dall’eco altrove strepitante, meraviglioso e straniante, in sé stesso il germe dell’abbandono (parola così ambivalente…).

Tatuato all’emergenza della pelle/ nero respiri dagli aperti pori/ né alcool né altro, o cuore imbelle,/ laverà questo inchiostro di dolori.// Prima che il tempo slancio verde tocchi/ prima del pugno di malinconia/ lasciasti correre l’ardore nei miei occhi/ verde disteso e fluida prateria.// Scorrono alberi sciolti lungo il fiume/ attraversano l’ombra dei bastioni –/ trema nel loro viaggio una canzone// ultimo vento del morente autunno./ Nell’orma pesta che la foglia lascia/ fragile sfalda al sole ciò che fummo. Fra Baudelaire e Montale diresti, in un “gioco” di sfasamento e spaesamento, un sentimento-boomerang.
L’antologia – suddivisa in tre sezioni: Sotto il cedro, Il tempo acceso, In viaggio – si snoda in moti di meditativa passione, un corridoio di infinite porte: aperte, chiuse, semi-aperte. Puoi entrare, uscire, rientrare, camminare, correre… Anche se talora hai l’impressione di esser bloccato nella fissità di un momento irreparabile… Tutto è immobile nella stanza:/ l’attaccapanni immobile/ la poltrona immobile/ il quadro con veduta del Tamigi/ immobile/ l’ombra di carta sul soffitto/ immobile.// Il silenzio si scruta con gli occhi.// Vedo, con qualche timore,/ me stessa immobile. Crepuscolare, dechirichiana.
Eppure a noi piace pensare in concordia con la poetessa che… Siamo/ nei nostri corpi di vento/ ipotesi infinite/ in movimento. Siamo carne, sangue e lacrime, ma carne capace di un respiro e sospiro celeste.

Alberto Figliolia

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