Piove

Piove.

Una lenta alba

prende i luoghi del buio,

secerne ricordi.

Il Naviglio Grande

è una lacrima

verde

che fluisce

verso la Darsena

un tempo brulicante,

oggi in secca.

(D’estate si giocavaai tuffi)

Palazzi di vetro

ribaltano

nelle strade abbandonate

fantasmi di luce,

parvenze di impiegati

al lavoro.

C’eranole case a ringhiera

e bambini che giocavano

al folber

su prati smeraldini,

alla lippa fra i tragitti

delle biciclette;

correva nella polvere

la strada per Corsico

e s’indorava

al tramonto

quando gli operai

sciamavano

dalla fatica.

Mi corre incontro

San Cristoforo e la ruggine

dei binari:

vedo le tue ombre, Milano;

odo l’antica lingua

delle tue genti,

coloro che sono andati via

per sempre,

e la domanda è…

Che cosa ci resta di loro ?

Piove.

Io vado.

Nelle pozze

di acqua piovana

provvisorie

come il tempo che beffardo scorre

si specchiala danza

delle nubi in fuga.

Alberto Figliolia

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