Splenetica griglia controlla le ore
mentre veli di nubi si sfilacciano
e gurgiti di vento s’aggrovigliano
in pensieri ritorti: l’acre camera
coi suoi odori sonnambuli, oziosi,
e l’uomo che passeggia all’alba madida,
guardiano di colpe, cifra d’oblio…
Perché il cielo è un’orma che ormai si stralcia
dal tappeto sparso dell’universo
e la porta girevole conduce
alla marcia inedia, alla pigra guerra.
Si fissano i numeri nell’imbroglio
alla santa materia del dio ridens,
del topo sacro all’abbagliante lume,
delle scrivanie nel buco nero.
Ora sì… ora sì che ci deploriamo
nel costrutto di questo nulla a griglie
e piangendoci mentiamo alla cupola
mentre passa e passa l’uomo in grisaglie,
nelle mani la splenetica griglia…
Alberto Figliolia