Colano le ombre sul Golgotha
Colano le ombre sul Golgotha.
Una croce lampeggia bianca nel crepuscolo.
Aleggiano ancora i sussurri e le grida della crocifissione
(e urla dalla folla assiepata – nasi grifagni e occhi spauriti –
e spasmi e sangue in onde concentriche).
Il pianto di ogni madre della Terra in una colomba nera.
Gocce di cielo cadono sulla polvere ignara di Gerusalemme.
(Passerà la salamandra del perdono fra il fuoco
o saranno sempre alberi come numeri di cenere
e voci imprigionate dietro recinti elettrificati?)
Chi svolgerà il sudario con i semi
depositati da tanti inutili millenni?
È un popolo muto che s’incolonna nel silenzio della storia,
in attesa di piombo e bombe.
L’agnello attende sempre speranzoso il sacrificio:
saranno le stesse mani dell’amato padrone
a brandire il coltello fatale
(e una pioggia di carbone non dilaverà
il plasma brillante che fluisce dal collo aperto).
E il giorno è un bruco peloso che divora ogni gemma.
Poi, un cerchio di luce radiosa dal sepolcro violato,
il sigillo di pietra spezzato.
Il pesce mistico nuota nella volta celeste:
il Salvatore sarà già lungo la strada
verso l’orizzonte?
Cesano Boscone, lunedì 13 aprile 2020
Alberto Figliolia