Il tramonto accarezza
le viscere,
indugia nei meandri
del silenzio.
Immobili gli alberi,
le case si muovono
nella luce delle cucine
fortificate dalla paura.
La televisione gracchia
di morti, contagiati,
ospedalizzati, guariti.
L’ansia – un sottile filo
di perle malate- spacca
i pensieri.
Ho il capo pesante
e il presente leggero,
in quanto incerto,
e il futuro si scrosta
come un affresco
del basso medioevo.
È inutile leggere di storia
quando ancora i governi
comprano aerei da guerra
e le industrie fabbricano bombe,
inutile quando il virus
dell’indifferenza scioglie i ghiacci
e lascia alle frontiere
diseredati e bambini,
i loro stracci sventolati
come prova non riconosciuta
in ipocriti processi.
Picchieremo allora come ossessi
sui tamburi della nevrosi,
ma senza esorcizzare,
senza catarsi,
senza messaggi
da trasmettere,
soltanto il tramonto
che indugia
a consolarci,
soltanto il tramonto,
preludio alla notte,
ad aprire spiragli
di senso.
Cesano Boscone-sera, 2 aprile 2020
Alberto Figliolia