A lungo mi adagiai
A lungo mi adagiai,
dimentico e solitario,
nelle pozze dell’anima
dove guizzano ombre,
nelle celle del cielo,
nella gassosa tenebra,
nel brunoso manto del mattino,
ma udii, ma udii…
oltre la nebbia
il violino del tramonto,
ma scorsi, ma scorsi…
dopo il crepuscolo
il nero manto della notte,
ma mi penetrò, mi penetrò…
il firmamento trapunto di stelle,
e caddero, caddero…
stimmate di luce
nel cuore.
Alberto Figliolia