Trebisonda Ondina Valla (Bologna, 20 maggio 1916-L’Aquila 16 ottobre 2006), campionessa olimpica (Berlino 1936) negli 80 m ostacoli, primo oro italiano nei Giochi a cinque cerchi
Travolgente come un’onda, Ondina,
saltavi gli ostacoli, vaporosa e leggera
come una nube nell’alto, muscoli
di ferro e seta, i capelli al vento
della Storia, che mai possiamo sapere
quanto crudele essa si rivelerà.
Il sole in un sorriso, così di te dicevano,
e tu volavi, Ondina, nelle piste
del silenzio interiore, nel brusio
sterminato della folla anonima
che popolava lo stadio di Berlino;
tu, come la luce dopo il buio,
passo dopo passo, salto dopo salto,
ottanta metri di finito infinito
al traguardo, tregua alle umane fatiche,
della gloria, prima italiana di sempre
a cingersi il collo dell’oro di Olimpia.
E l’arena pavesata d’infausti simboli
perdeva i suoi angusti confini
di cemento e marmo;
ottanta metri oltre quelle croci uncinate
e i saluti a braccio teso,
che non ti appartenevano:
troppo giovane il tuo essere nel mondo,
proiettata a un altro futuro,
e troppo antica la tua fatica di atleta.
Leni ti fissò nel tuo moto potente
e aereo, orizzontale e verticale
nel contempo, mentre disintegravi
la distanza, la volgare misura
dell’incognito spazio, e tagliavi
la linea fatale, come alla scoperta
di un orizzonte estremo
oltre il quale giacciono i significati.
E l’amica-nemica Claudia,
nell’ombra della sconfitta,
in abbandono all’oblio altrove,
guardava il tuo sorriso.
Il tuo sorriso… Il sole in un sorriso,
Ondina, prima della tragedia del mondo.
Alberto Figliolia