concertino di un sabato mattina qualsiasi dietro le sbarre
un tratto di luce
un’incomprensibile trama
un singolo zero che diviene lemniscata
(il serpente cosmico che divora sé stesso)
biflecnodo dell’anima esitante
come un passo nella nebbia
o il richiamo disperato delle cicale
nel ricordo di un profumo stordente
un graffio nel tessuto dell’eterno
senza spiegazione senza ragioni
come un amore lasciato a metà
disperso nella polvere del tempo
giorni lenti andanti senz’allegria
calligrafia smarrita
un sonno pesante con sogni di fiumi
costeggiati da umanità risorte e ignare
e un gatto magico penetrava le vetrate
le vibrisse scintillanti nel treno del tramonto
in fuga verso l’incipiente oscurità
un gatto magico penetrava le vetrate
un gatto magico penetrava…
un gatto magico…
Alberto Figliolia