“Il cuore e la tenebra”, Giuseppe Culicchia

Wilhelm Furtwängler e la Nona Sinfonia di Beethoven da lui diretta nel 1942 per il compleanno di Adolf Hitler. Un’esecuzione perfetta nel cuore di tenebra dell’Europa. Estetica senz’etica?
Quella Nona Sinfonia è divenuta l’ossessione di Federico Rallo, affermato direttore d’orchestra che tenta invano di riprodurla. Tale è la smania, così grave la mania che l’ha colto e lo travaglia, da venire licenziato dai Berliner. Ma la sua vita è alla deriva… Quando il musicista muore a Berlino, dove si era stabilito nell’impossibile e compulsivo desiderio di identificazione con Furtwängler, il figlio Giulio, fotografo, deve recarsi là: scoprirà ciò che non sa del proprio padre e della famiglia – i genitori si erano separati quando Giulio e suo fratello erano bambini – fra macerie della Storia e rovine interiori, fra inconfessati segreti e gli implacabili inguaribili drammi della vita familiare, la fascinazione verso un passato oscuro e disperati moti di tenerezza.

Chi era veramente Federico Rallo? Il romanzo di Giuseppe Culicchia, Il cuore e la tenebra, si muove fra questi diversi livelli che s’incrociano: destini di popoli nel gorgo dell’autodistruzione, un soffio cosmico cui fan da contraltare le miserie della quotidianità; le contraddizioni della Storia e di ogni essere umano; il Tempo che, implacabile, erode memoria e coscienze, ma tutto torna, tutto torna… compreso il dolore dell’assenza.

È un romanzo, quello di Culicchia, sui generis, nel senso che scorre fra pagine convenzionali, immagini fotografiche, dialoghi quasi teatrali e stile epistolare; un mosaico di soluzioni formali, una miscellanea di sentimenti contrastanti. Come il cuore da un lato – gli occhi dei bambini di Auschwitz – e dall’altro la tenebra – l’orrore con il suo corollario filosofico, il desiderio di ardere e annientare (per quale nuovo mondo?). Da una parte il padre amorevole – i suoi baci, le carezze, le attenzioni, le lacrime – dall’altra l’attrazione fatale per una disciplina politica produttrice di Male. Cercando di capire, nonostante tutto, perché, in questo cozzo titanico fra Affetti e Ragione, fra Amore e Abbandono, Ricordo e Futuro (tutto da immaginare). E quella Nona Sinfonia, impeccabile, meravigliosa, irripetibile, di Furtwängler… pura arte o arte pura; l’arte per l’arte… e il freddo sanguinario sorriso del dittatore.

Un libro che si legge tutto d’un fiato, fra commozione e analisi razionale. Straziante però, soprattutto, e bello come la Nona Sinfonia.

Il cuore e la tenebra, che battono in ciascuno di noi.

Alberto Figliolia

Giuseppe Culicchia, Il cuore e la tenebra, Mondadori (2019, pp. 218, euro 17)

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