Antonello da Messina, Palazzo Reale-Milano

Una maschera di dolore e disillusione: umana, troppo umana. Un amaro epitaffio, il male che si compie nel mondo, con il tradimento. Perché? Nulla come il volto di Gesù nell’Ecce Homo (Cristo alla colonna) di Antonello da Messina, uno pictore ceciliano, sa suggerire quell’infinita gamma di sentimenti che travagliano l’esistenza: sofferenza, terribile disincanto, dubbio, domanda irrisolta. Il Salvatore non è stato salvato da coloro che voleva salvare. E il senso del divino pare definitivamente scomparire. Eppure fa irruzione nella superiore consapevolezza del comune destino. Ma l’enigma permane… Dal Collegio Alberoni di Piacenza al Palazzo Reale di Milano l’Ecce Homo, insieme con altre diciannove opere del Maestro nato nel 1430 nella città sullo Stretto e venuto a miracol del bello mostrare al mondo, commuove e lascia stupefatti i visitatori (le lacrime, la definizione dei capelli e della barba. le ombre della corda sul petto e sulla clavicola…). È di 48,5 x 38 cm (la parte dipinta 43 x 32,4 cm) l’olio su tavola che raffigura l’estremo meditativo momento (e memento) di Gesù Cristo, emblema di tutti gli innocenti condannati dalla ingiusta giustizia nella storia dell’umanità.

Tante piccole per dimensioni tavole e grandissime per potenza espressiva e capacità introspettiva corredano il percorso della mostra dedicata ad Antonello da Messina. Come non rimanere estasiati innanzi al Ritratto d’uomo o Ritratto di ignoto marinaio (1470 circa, olio su tavola di noce, 30,5 x 26,3 cm, Cefalù, Fondazione Culturale Mandralisca: in origine utilizzato, incredibile dictu, come sportello di un mobiletto da farmacia)? Come non esser catturati dall’enigmatico suo sorriso, quasi una Gioconda di tre quarti al maschile? A chi rivolge la sua attenzione questo volto nostrano, ironico, dalle evidenti, seppur minime, asimmetrie, l’ombra nera della barba, l’oscuro fondo come simbolo dell’indecifrabile tempo?

A icona della mostra è stata peraltro scelta, in tale magnifica congerie di capolavori, l’Annunciata (1475-1476, tempera e olio su tavola, 45 x 34,5 cm, Palermo, Galleria Regionale di Palazzo Abatellis): “sintesi dell’arte di Antonello, con lo sguardo e il gesto della Vergine rivolti alla presenza misteriosa che si è manifestata, uno dei più alti capolavori del Quattrocento italiano, in grado di sollecitare in ogni spettatore emozioni e sentimenti”. Quel breve, quasi bloccato, gesto della mano a mezz’aria fra sorpresa e accettazione, e l’altra mano a tener pudicamente il velo, la calma inquieta e insieme ieratica, il soprannaturale che fa irruzione nell’intimo (già indovinava il doloroso epilogo, lei strumento di un piano di redenzione concepito là dove lo sguardo umano non può giungere?)…

Non è certo usurpato ritenere Antonello da Messina il più grande ritrattista del Quattrocento, capace di lasciare un’orma indelebile nella storia dell’arte (e non solo italiana). Trentacinque sono le opere giunte a noi del Maestro; Milano, quindi, ne ospita in tale specialissima circostanza oltre la metà. Da ogni parte del globo: oltre quelle già citate, fra le altre sono: San Girolamo nello studio (1475, olio su tavola di tiglio, 45,7 x 36,2 cm, Londra, National Gallery), Crocifissione (1465 circa, tempera (?) su tavola di pero, 39,4 x 23,1 cm, Sibiu, Muzeu National Brukenthal), Ritratto di giovane (1474, olio su tavola di noce, 31,5 x 26,7 cm, Philadelphia, Philadelphia Museum of Art), Madonna col Bambino (Madonna Benson) (1475 circa, olio e tempera su tavola trasportata su compensato, 58,1 x 43,2 cm, Washington, National Gallery of Art); e, ancora, dai Musei Civici di Pavia, dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, dalla capitolina Galleria Borghese, da Palazzo Madama di Torino, dal Museo Correr di Venezia, dall’Accademia Carrara di Bergamo, dallo Staatliche Museen zu Berlin.

In mostra è stata posta anche la “dolcissima Madonna con il Bambino (1480, Bergamo, Accademia Carrara), opera del figlio Jacobello di Antonello, eseguita l’anno seguente la morte del padre; nella inusuale firma indica, come struggente offerta di devozione filiale, di essere il figlio di “pittore non umano” quindi divino. Jacobello faceva parte della bottega del padre e si fece carico di completare quanto la morte aveva impedito di terminare”.

A utile corollario della splendida esposizione sono arrivati, dalla Biblioteca Marciana di Venezia, diciannove disegni, di cui sette taccuini e dodici fogli (alcuni dei quali su doppia pagina), di Giovanni Battista Cavalcaselle, grande storico dell’arte e artefice, in sostanza, del primo catalogo di Antonello (… come colore supera molte opere dello stesso Bellini). “Cavalcaselle seguì un formidabile erudito messinese, Gaetano La Corte Cailler, che trovò e trascrisse documenti notarili che testimoniavano gli eventi minuti della famiglia del pittore: il testamento della nonna, il ritorno in brigantino dalla Calabria della famigliola del pittore, la dote della figlia; il testamento infine di Antonello, datato febbraio 1479. Altro di lui non c’era: un’alluvione aveva disperso le ossa in un antico cimitero, più terremoti avevano distrutto prove documentarie a Noto e in altri paesi siciliani”. Un affascinante spaccato di arte, storia e vita quotidiana.

Una mostra dunque affascinante e davvero unica, dove apprezzare la fine introspezione psicologica dei volti degli uomini e delle donne profondamente italiani dipinti dal grande artista e la maestria tecnica fatta di misture e infinite stesure dei colori che Antonello prese dai contemporanei fiamminghi e rielaborò, mescolandola alle influenze venete, nella sua maniera mediterranea, inconfondibile e di assoluta bellezza”.

Alberto Figliolia

Antonello da Messina a cura di Giovanni Carlo Federico Villa. In collaborazione fra la Regione Siciliana e il Comune di Milano-Cultura, con la produzione di Palazzo Reale e MondoMostre Skira. Palazzo Reale, Piazza Duomo 12, Milano. Fino al 2 giugno 2019.

Orari: lun 14,30-19,30; mar, mer, ven e dom 9,30-19,30; gio e sab 9,30-22,30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Giorni e orari di apertura straordinaria: lun 22 aprile 9,30-22,30, mer 1 maggio 9,30-19,30.

Infoline e prevendite: tel. 0292897755-singoli, 0292897793-gruppi; sito Internet mondomostreskira-gruppi.vivaticket.it.

Informazioni online: www.mostraantonello.it, www.palazzorealemilano.it, facebook.com/MondoMostreSkira/.

Catalogo Skira, con saggi di Giovanni Carlo Federico Villa, Renzo Villa, Gioacchino Barbera, e testi letterari di Roberto Alajmo, Nicola Gardini, Jumpa Lahiri, Giorgio Montefoschi e Elisabetta Rasy.

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