Ai baccelli di via Pisanello
Siete come piccoli impiccati
che dondolano ai rami
come neri rimorsi;
poi cadete per esser calpestati
da ignari passanti e ruote.
Chi sa della vostra incognita armonia?
(Quando siete secchi, se scossi,
risuonate come sonagliere
della prima infanzia)
Chi sa dell’entropica perfezione
delle vostre bizzarre curve?
(Come circonvoluzioni di pensieri
o ritorni d’imprevedute idee)
Avete rughe di colline
e piccole valli e crateri,
lunghe piste percorse
da minuscoli viandanti.
Vi vedono miserabili
e siete invece colmi di bellezza
irregolare, arcaica.
E io vi adagio pian piano fra i libri
come strisce di tempo,
come lingue di ricordo.
Alberto Figliolia