La metafora dell’alba
La metafora dell’alba
l’inerzia del presente
e questi tizi che urlano
di fianco al mio tavolo
La birra scorre a fiumi
nelle vene spente
un microfono aperto
per versi inconcepiti
Sono dappertutto
e in nessun luogo
soprattutto sono altrove
quindi ignoro
Raccolto nel silenzio
nonostante gli schiamazzi
orfano e padre
cosciente e inconsulto
Su una lavagna d’ardesia
i nostri nomi
scritti con gesso di sangue
e regole templari
Un monaco con la treccia
sibila orazioni al vento
sordidi elenchi e sublimi
leziose immortalità
La notte marcia
urla tace urla tace
come la disperazione
che accende il sogno
Alberto Figliolia