Straniante vento
nella metropoli incallita e ingiallita.
Sbuffi e refoli di solitudine
con erezioni non calcolate
e io mi sento gridare…
Fatemi uscire da quest’interno che è inferno
da questa primavera che è inverno
mentre si versa un pianto non dovuto
al caotico silenzio che dimora nelle ore
e io penso… Che è questa prigione
che mi tiene con baldanza e con candore?
Come uno stormo di storni
che volteggiando oscura il cielo
per non cader vittima del falco
così muoviamo la nostra vita
o come reti nell’arido a pescare.
Alberto Figliolia (da Poesie scelte, Albalibri, 2010)