Quell’estate di tanti anni fa
leggevo poco: soltanto un po’ di Poe.
Udivo lo sciabordio della notte
che moriva, ora dopo ora.
L’impazienza dei grilli era la mia.
E udivo i violenti latrati di un cane
inferocito da lungo digiuno.
Sognai di case uzbeke e di alberi
dalla pelle a scaglie, viola,
poi… poi… rabbrividii
riconoscendo le fisionomie
del nulla nei battiti
del mio cuore.
Alberto Figliolia (da Poesie scelte, 2010, Albalibri)