La corte dei miracoli {22 fiammelle di cui due transiti}

Si chiamano Gabriele Blaiotta e Maria Elena Danelli. Si scrive GaEle.
Difficile trovare una coppia capace di coltivare con tale intensità sia il progetto sentimentale che quello artistico. E altrettanto difficile non credere al concetto di affinità elettive dopo aver conosciuto Gaetano ed Elena. Poeta, musicista, pittore, performer e operatore culturale lui; scenografa, pittrice, creatrice di installazioni, poetessa lei. Ambedue ponti fra persone e universi di immaginazione e fantasia. Talenti versatili (e sempre a un elevatissimo livello formale), ora anche artefici di un progetto editoriale di estrema raffinatezza, GaEle Edizioni per l’appunto, in cui si coniugano immagine e parola. Con il loro torchio Gabriele ed Elena stampano deliziosi e preziosi libriccini, pubblicazioni di nobilissimo artigianato: profumo d’inchiostro, incisioni e versi. Una premiata ditta d’arte che, mai trascurando i valori formali, sa incidere con forza sul sociale.

Ed è peraltro di recentissima pubblicazione, classica ciliegina sulla torta, un libro di poesie di Maria Elena: La corte dei miracoli {22 fiammelle di cui due transiti} (RPLibri, 44 pp., euro 10). Un volume densissimo: versi come stimmate, strofe grondanti luce e dolore e domande, fra attesa e nostalgia e malinconia. Un libro di pensosa inquietudine e, nel contempo, colmo di armonia e serena volontà, di fervido e calmo agire.

Ho visto il sole morire./ Si assottigliava su incurvature e finestrini/ indugiando nelle foglie dei pioppi./ Ancora sorrideva/ in nuvole precarie./ Le mani/ nel mattino. Una leggerezza permeata di maestosità. La semplicità di un haiku; la complessità, attraverso modi lirici, della speculazione filosofica.

E non trascurabile, di grande impatto emozionale, è l’incursione nella memoria storica e nell’inesauribile tragedia degli eventi, come in Da Gorla a Monte Stella, dalla bomba datata 20 ottobre 1944 (e sganciata da un bombardamento aereo alleato) che devastò una scuola elementare milanese (204 vittime di cui 184 bambini: i corpicini allineati tormentano ancora la coscienza…) alle macerie belliche che edificarono la celebre Montagnetta di San Siro: Quinte nebbiose./ L’ira dorme a quest’ora/ gocce di rugiada sangue d’acqua della terra/ si cammina tra la polvere spostandola/ imprimendole vortici, destinazioni/ voce corale/ di lacrimosi angeli/ liste di nomi che vivono nel sonno/ oggetti non toccati, carezze non date/ volti intersecanti nella fugacità di nubi/ voci che parlano da finestre d’occhi.

Meravigliosa e struggente, straziante è la poesia Movimento lento dei pianeti/ chiamai figlio./ Ai piedi della Croce ululai con la voce di Maria/ il segreto delle tue labbra,/ il moto del tuo piede d’ali. Un tema che trova la propria eco in Fiori/ fiori ovunque (Le parole nel petto chiuse in un sasso di dolore./ Il tuo nome, due sillabe nel vento), poesia dedicata a Giulio Regeni, il figlio di noi tutti, un giovane vigliaccamente strappato al Paese. Giulio che rischia di essere l’ennesimo martire senza giustizia.

Indubbia è la matrice visionaria della poesia di Maria Elena Danelli: Dio ha dita avide/ mentre un neonato/ fa entrare nuvole/ negli occhi./ Mi passano accanto/ destini che non conoscoAbiti nudi e scarpe vuote/ sono monti di niente/ tra spettri di case e alberi d’osso… Apocalisse e resurrezione… Se il Sonno ci coglie in un canale sottile/ è un passo duro e rumoroso,/ una frana all’improvviso./ Qualcosa poi sopravvive/ che ci accompagnò e contraddistinse:/ una spiga/ o una placenta di conchiglie. Il dramma dei migranti, e chi non lo è in questo esistere? Siamo radici che si spostano nel vento.

In ogni caso la speranza è insopprimibile.

La vita

si sgretola in altro.

Lo vedo,

lo vedo.

Ma continuo a far libri

tra le foglie

di un redivivo cortile.

Perché il presente per l’artista è un eterno lascito all’umanità e la fatica che egli compie un viatico di speranza.

Alberto Figliolia

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