fuggendo dal reale
giocando con i cocci dell’anima
le ferite sanguinando
su lenzuola stropicciate
da una passione licantropa
camminando sui suoi desideri arricciati
in cui mi dissetavo
morboso e felice
in quella pensione diroccata che non c’è più
là la colsi
nel fiore degli anni implumi e inverecondi
fra abissi di gaiezza e silenzi tortuosi
in omicidi immaginari e rituali
dove il mio compleanno segnava l’inizio della fine
e io non lo sapevo ancora
quell’amore era una strana melopea
Alberto Figliolia (da Poesie scelte, 2010, Albalibri)