Economie domestiche o moderne strategie di sopravvivenza (o… Perfettamente si chiude il cerchio)
Il padre picchia i figli
I figli menano la madre
Le figlie, quando non si pestano fra loro, si fanno dare una ripassatina dal boy di turno
La madre si fustiga interiormente e qualche volta, se riesce ad acchiapparlo, randella il gatto di casa
Perfettamente si chiude il cerchio
Il padre, giovanilista, si fa una canna
I figli si cocainizzano per stare sopra di una spanna
Le figlie mangiucchiano qualche pastiglietta colorata o d’apparenza pure amorfa ma dagli effetti speciali
La madre annusa senza sniffare, sta a guardare e pulisce la tazza del water che nessuno mai centra
Tutti sono stupefatti dagli stupefacenti, anche la madre che non è fatta
Perfettamente si chiude il cerchio
Il padre ha la fissazione orale e anale e ogni tanto va pure a puttane
I figli sono cacciatori conclamati e orgogliosi di scalpi pubici e odiano i gay
Le figlie si fanno sbattere, secondo il caso, con un certo piacere
La madre accondiscende a ogni desiderio diurno e notturno del coniuge dichiarato
Perfettamente si chiude il cerchio
Il padre non si perde una trasmissione di calcio e di fighe
I figli pure
Le figlie vorrebbero esser magre, modelle o veline
La madre stira camicie e calzini mentre guarda un reality show
Perfettamente si chiude il cerchio
Il padre fa le corna quando guida
I figli corrono ubriachi nella notte, padroni di un nulla asfaltato, di luci artificiali, di menti artefatte
Le figlie masticano gomma americana sotto gli occhiali da sole, come in una soap opera della Napa Valley, il finestrino abbassato su un panorama che non dice un cazzo a parte cemento marcio
Perfettamente si chiude il cerchio
Il padre usa il telefonino per suggerire appuntamenti clandestini all’amante di turno
I figli fanno l’amore con i tasti del telefonino e con le virtù di Internet
Le figlie imitano i figli che poi, se non si è capito, sarebbero i loro fratelli, cioè i fratelli delle figlie che sarebbero le sorelle dei figli, e tutti sono figli senza saperlo, e padri senza volerlo, e madri senza poterlo, così le statistiche sono contente e i salotti TV con contorno di affascinanti sociologi assortiti possono andare avanti sulla famiglia disintegrata
Ah dimenticavamo… la madre qualche volta risponde al trillo musicale dei cellulari spersi nelle tasche della casa, e la chiamata inesorabilmente cade
Perfettamente si chiude il cerchio
Il padre vota a sinistra, perché il nonno la domenica vendeva L’Unità in piazza, anche davanti alla chiesa, e il ricordo è dolce del vegliardo che amava Stalin, ma non si ricorda più le ragioni ideali del voto
I figli odiano i marocchini e votano a destra
Le figlie se ne fottono della politica
La madre vota quel che dice il padre, cioè il marito
Perfettamente si chiude il cerchio
Il padre preferisce il vino
I figli vogliono la birra al triplo malto oppure, in alternativa, una leggera messicana, la stessa del pub dove alle 3 di notte nel vomito si riflettono le stelle, sempre che il cielo non sia sufficientemente inquinato o coperto o non piova
Le figlie impazziscono per l’alcolico che sa di analcolico, ma anche il suo contrario: il gusto è, del resto, sempre magnificamente uniforme
La madre invece beve di nascosto, vodka a buon mercato preferibilmente, quand’è sola; sola, come un’isola deserta in mezzo al mare, e neppure segnata sulle mappe
Perfettamente si chiude il cerchio
Il padre disprezza i libri, tranne le enciclopedie a fascicoli, rilegate, con il dorso così elegante, che fanno anche tanto arredamento
I figli non sanno leggere anche se hanno, minimo, il diploma di perito o di ragioniere
Le figlie sanno leggere solo gli sms o gli mms o gli mss o gli ssm o gli mmm o gli sss o… ma vaffanculo per questa vita a sigle!
La madre spolvera i risguardi o la pelle delle enciclopedie, quelle a fascicoli, con il dorso così elegante, che fanno anche tanto arredamento, il loro rosso di superficie ci sta benissimo sulla libreria di massello, con la tappezzeria a fiori di lato e da sfondo
Perfettamente si chiude il cerchio
Il padre fa l’operaio o l’impiegato, tendenzialmente è indifferente
I figli sono tutti precari
Le figlie sperano di sposare uno ricco, anche se fosse uno stronzo che poi invariabilmente le tradirà
La madre non ha più speranze
Perfettamente si chiude il cerchio
Il padre crede in Dio anche se non va a messa, se non a quella di Natale di mezzanotte, perché la povera sua mamma si faceva il segno della croce a tavola prima di mangiare
I figli non sanno neppure di essere atei o soltanto secolari, e manco li sfiora il dubbio se sono ormai più laidi che laici
Le figlie da ragazzine andavano all’oratorio per pomiciare o anche fornicare negli angoli bui, dopo la lezione di catechismo e i canti corali
La madre si commuove ai battesimi, ai matrimoni e, ça va sans dire, ai funerali
E il gatto continua a dormire sul sofà liso e smunto, quando non è acchiappato dalla madre per esser bastonato
Perfettamente si chiude il cerchio
Oh… che armonia!
Oh… che logica!
Oh… che perfezione!
Oh… non c’è una sbavatura!
Oh… che coesione!
Oh… che quadretto!
Oh… la famigliola mononucleotica, inossidabile e bella!
Alberto Figliolia (da Poesie scelte, 2010, Albalibri)