Shockato d’esser morto
Shockato d’esser morto
mi aggiravo fra i vivi
raccogliendo le più vive condoglianze;
contriti mi fissavano
e proferivano parole di circostanza.
Io mi toccavo l’etereo corpo
con la chiara ombra di sale
della mia liquida tomba;
avrei pure voluto partecipare
alle futili discussioni
che li travagliavano
o giocare un’altra partita a carte,
ma le parole eran solo un sibilo,
come un vento che svanisce pian piano,
e le carte dalle mani volteggiavano
nell’aria per cadere al suolo,
in incongruente ordine.
Potevo soltanto ringraziare
con lo sguardo
e continuare ad aggirarmi
morto. In fondo, indesiderato.
Alberto Figliolia (da Visioni o dell’anarchico girovagare, Rayuela Edizioni, 2017)