l’eco di un martello all’alba

l’eco di un martello all’alba

l’eco di un martello all’alba
come pianto di prefiche ignote
la soave nausea del dormiveglia

in un sogno a puntate e più dimensioni
infine un coro di uccelli a destarmi
apro la finestra per farmi invadere dall’aria
ma il cielo è solo un’ipotesi dorata
è solo per screenare il carcinoma

ripeteva nel sonno un medico dal camice rosa
(la musa del silenzio gli si opponeva invano)

ora che il vento è gelido
ora che le nubi si squarciano
ora che gli eroi son morti
vedo i tentacoli della luce

avvolgere intrappolare soffocare

nella sala il lieve gracchio

della televisione lasciata accesa
fuori, il rumore di fondo della tangenziale
richiudo la finestra, torno a letto
nel vuoto pneumatico del dormiveglia
al sogno a più puntate e dimensioni

ora che il vento è gelido
ora che le nubi si squarciano
ora che gli eroi son morti…

 

Alberto Figliolia (da Visioni o dell’anarchico girovagare, Rayuela Edizioni, 2017)

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