Ospito volentieri questa poesia…
In punta di piedi (Ad Alberto per avere ricordato)
Con l’enfasi dell’esploratrice
la scaletta si posa
silenziosa sulla terra rossa.
Il sole illumina compassionevoli occhi
che scrutano il tempo.
Secoli di storia
tramandati in una stretta
di mano piena d’umiltà.
Bimbi felici vivono
giocosi nel nulla.
Come un enorme museo
l’orizzonte offre storie d’altri tempi.
Lì, dove dimorano gli angeli della felicità,
due soli piedini
non toccano il suolo antico.
Licaoni e iene siedono
alla mensa della gazzella
mentre il leone
domina la spartizione.
Nei visi degli uomini
geroglifici millenari svelano
stagioni remote.
Dove il sole è opaco,
in punta di piedi,
con il carico di malinconia
plana sulla terra nera
la triste scaletta.
Un uomo solo
porta ai polsi ciò che resta
di antichi popoli
e nel suo cuore il ricordo
di quella piccola manina.
Con gli occhi madidi rivive
il film delle emozioni:
prova a raccontare un epilogo
troppe volte scritto, che terrorizza,
che rende cieco il lettore.
Opulente vite dimenticano i patti
di sangue ereditari.
I valori si spengono
tra i cespugli brulli
di civiltà ataviche.
Obliterato il testo
delle tavole del Monte,
banchetta alla mensa della vita
una sola specie.
C.D.E. (25/11/2017)