Ode al cristallo di rocca

Ode al cristallo di rocca

Asgard

o

tomba di Superman?

Passerelle e ponti

di ghiaccio

o

luce cristallizzata?

Vuoti a – 273,15 °C.

Cordate di ialini

alieni.

Mondi fissati

nella morte bianca.

Neppure il martello

del dio

scuote l’inerzia

dei legami.

Ti osservo bene:

sulla tua frastagliata

superficie

giace il mantello

abbandonato

del figlio di Kripton

e nessuna idea

dei biondi campi

del Kansas.

Immobili prati

di erbe aguzze.

Anche le voci muoiono

in loro.

Isole reticolate

in universi

di domestica solitudine.

O forse sogno

alchemico,

sbiadita copia

di pietra filosofale?

 

Alberto Figliolia

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