La radio spara musica africana
nel bar dove son sepolto
dall’attesa vana del tempo,
un albero rosso e spoglio mi si allarga
nel cervello, ogni ramo porta un pezzo
di cielo con nubi e gabbiani, stupida
immagine oleografica eppur consolatoria, un muro ocra spento
però divide dalla libertà fuori,
e la polvere che immagino del suolo
riluce abbacinando
il residuo senso di umanità.
Alberto Figliolia