È l’aquila
a portar nel becco
un fiore,
la colomba
dal suo stilla
sangue.
Una giovane russa
bacia sulla guancia
il fidanzato,
poi lo morde
con dolcezza;
accanto
una nordafricana
con un grande neo
fra guancia
e tempia
al cellulare pronuncia
la parola Capodanno
come fosse in un tempio,
ma siamo solo
dentro un vagone
della metropolitana;
poco più in là
un’anziana
gronda fuoco
dalla chioma:
come quello greco
non si può spegnere
ma non arde.
È l’aquila
a portar nel becco
un fiore,
la colomba
dal suo stilla
sangue.
E mi sovvien l’eterno
nell’opera di Volvinio,
negli affreschi stinti
sotto il loggiato antico,
nel capitello scalpellato
con le lacrime,
nella pioggia fine
che mi scivola dentro,
quasi una canzone
prima dell’ultima visione.
È l’aquila
a portar nel becco
un fiore,
la colomba
dal suo stilla
sangue.
Milano, fra la metropolitana e Sant’Ambrogio-martedì 20 dicembre 2016
Alberto Figliolia