Athinai
Ad Atene provai a fissare la mia esistenza
con un messaggio in una bottiglia
mentre il Partenone scoloriva
alle idee di viaggi marini.
Nelle strade fumose e assolate
bancarelle di odori e spugne intrise di peccato,
alla stazione di treni silenti e perplessi
due turiste senza tempo e altre lingue
e io facevo l’amore
nella stanza scrostata di una pensione antica.
Poi ho girato le pagine di fumetti socratici
e sfere di futuro mi hanno allagato
l’anima con voci dolorose
dall’isola di Ulisse: giocavo a scacchi
con un esule franco-balcanico e le sue teorie
di fisica nucleare e Big Bang: vincevo, perdevo
e ogni pezzo ceduto o preso un morto si levava
da tombe minoiche e un vivo lo sostituiva.
Così, facendo la conta, persi il tempo
di una slot machine finendo a osservare
il denaro fluire nelle vene di un texano arrogante
intanto il pianeta marciva
sulle spiagge d’oltreoceano
in un mercato di passioni avariate
nelle foglie di un albero di Cartagena
in una chiesa coloniale arsa di sale
nelle lagune di un Algarve solitario
in un deserto di cactus rossi e pietre verdi
nelle sabbie mobili di occhi di amanti
su un’isola mai rinvenuta
in un coro di uccelli di porto al tramonto
in un traghetto sul Tago all’orizzonte svanito
in una prostituta dal sorriso angelicato
in un aereo che vola sopra ghiacci eterni
in un vento alieno che muore nel cuore
su una panchina con un amico perduto
nelle rughe della mia età ignota
nelle righe di un libro mai scritto
e per questo troppo scritto
Ad Atene provai a fissare la mia esistenza
con un messaggio in una bottiglia
mentre il Partenone scoloriva…
L’ho raccolto ora e letto
e non so
io sono dove più non sono
Alberto Figliolia (da “Poesie scelte”, 2010, Albalibri)