Una mail
Anche per me giorni impossibili (talora impassibili).
Adoro la neve (talora la odoro).
Paesaggio da fiaba (e talora da fiala o anche da Liala).
Sto così così, ma mi consolo con il miele sulle ferite (talora alterno pizzichi di sale grosso e spruzzi di sole grasso).
Comunque ti saluto caramente e ti spedisco questa poesia da me scritta proprio in data odierna…
Un cerchio alla gola.
Stringo il cuscino, come un’illusione amara.
Fuori i lampioni scagliano fioche grida di luce, incomprensibili.
Trilla un telefono: troppo vicino, attutito.
Mi rotolo nel sudato giaciglio.
La barriere della coscienza sono lì, impietose.
Il fabbro del diavolo le rompe.
L’incubo preme alle soglie; erompe
il vuoto.
Oltrepasso i cancelli del sogno.
Nebbia a onde.
Poi, la neve.
Io cammino a ritroso
calcando le mie stesse orme.
Il bianco della strada mi abbaglia
col contrasto, nel contagio.
Alle mie spalle una breve baia nera; oscilla
nel silenzio, nel dubbio: il mare vi si spande,
salata fonte dalle bocche di Dio.
La notte riluce;
anche la mia angoscia risplende.
Alberto Figliolia (da “La semina dei ricordi”, 2013, Albalibri)