Sull’oscuro greto del fiume
arrivai
dopo un lungo viaggio
nella luce del sogno:
la sponda (dell’altra non so)
su cui muovevo la mente
era abitata
da fantasmi e figure
che furono umane
(ma io non ne conoscevo alcuna).
Resistetti
nel corso delle idee
a ogni tentazione
mentre, ostinate e soavi,
calavano le ombre della sera;
resistetti
a scorpioni, serpi, ramarri
e camaleonti dalla lingua rinsecchita,
a cani-vampiro e a gatti dagli artigli crudeli.
In una stanza aperta al vento
avevo riconosciuto
gli idoli d’oro dell’infanzia
e mani e carezze materne
mentre scoprivo
il buio potere
del desiderio.
Ma ormai ero arrivato,
fra bisbiglii, sussurri, confidenze non richieste,
eros clandestino e martirio,
confessioni e segreti,
sull’oscuro greto del fiume
dopo un lungo viaggio
nella luce del sogno.
Ma ancora non avevo saputo riconoscere
la voce dell’amore.
Alberto Figliolia (da “Poesie scelte”, Albalibri, 2010)